ESPERIENZA VOCAZIONALE A CASA NAZARETH

Vorrei raccontare la mia breve esperienza di dono e di servizio nell’Opera di Padre Filippo Bardellini, presso la Casa Madre delle suore Poverette della Casa di Nazareth in Ponton (Verona).

Mi chiamo Vera ed abito in provincia di Bergamo. Vivo con i miei genitori e insegno nella Scuola Primaria, dove sono accanto a bambini e bambine in difficoltà psico-fisiche e relazionali. Amo molto il mondo dell’infanzia e, sin da giovanissima, ho svolto servizi di volontariato in Case Famiglia della bergamasca, sino all’anno 2002, quando conobbi il Piccolo Cottolengo san Luigi Orione di Tortona che ospita bimbi affetti da gravissime patologie cerebrali dalla nascita. Dall’incontro con queste Perle, è scaturito nel mio cuore il desiderio di mettermi al servizio di Gesù, chinandomi sulle sofferenze umane e cercando di donare, ma soprattutto, di ricevere Amore.

Luciana e VeraDa allora, eccomi qui, dopo circa quindici anni, ad offrire la mia vita, per quanto mi è possibile, per molti Tesori che ho incontrato nel cammino alla sequela del Signore.
Infatti, oltre all’Istituto Piccolo Cottolengo, recentemente, ho avuto modo di conoscere altre realtà, fra cui l’Opera delle Suore Poverette della Casa di Nazareth, fondata dal Venerabile Padre Filippo Bardellini, a Verona e dintorni.

Vi chiederete come sono giunta qui, vero?

Essendo appassionata lettrice della rivista mensile “Medjugorie”, ho trovato con sorpresa la storia della vocazione di Diego Ligas, un Laico consacrato dell’Opera, appunto, di padre Filippo.
Scorrendo la testimonianza, ho “ritrovato” anche il mio percorso di vita e la mia chiamata che, sino ad o712ra, è sempre stata una rivelazione dell’Amore di Cristo nei piccoli e poveri.

Di qui, consapevole di sentirmi parte della donazione agli “Ultimi” Tesori, ho contattato la Madre della Comunità per poter vivere un’esperienza con le Ospiti di Casa Nazareth e approfondire la mia vocazione ad amare e seguire il Signore della vita.

Così, il 24 e il 25 aprile c.a., ho “gustato” la bellezza di avvicinare e coccolare molte care persone disabili, gravi e meno gravi, ma tutte ugualmente bisognose di uno sguardo attento, di una carezza e di un bacio, gesti che le suore compiono con dedizione e cura speciali da anni.
Sono stata accolta come una figlia e una sorella ma anche come una “mamma” che, con gioia e semplicità, cerca di rendere felici i piccoli e i poveri che incontra nel cammino. Sì, anche imboccando ed aiutando le Ospiti, come coricandole, la sera, prima del riposo della notte, l’impressione è stata proprio quella di avere dinanzi Gesù Bambino che si rivela con il Suo Volto di tenerezza e di bisogno di sentirsi difeso e protetto. Una gioia immensa!

720Anche gli incontri di preghiera nella comunità sono stati significativi: anzi, devo ammettere che il sostare davanti a nostro Signore ha per me una valenza essenziale perché mi offre la possibilità di abbandonarmi fra le Sue braccia sante e “lasciarmi guidare” dalla Sua Volontà.

Attraverso le Suore, poi, ho “conosciuto” padre Filippo; infatti, alcune fra loro hanno vissuto con lui e ne hanno attinto forza e carità per compiere e portare avanti una missione di fede e di amore grandi.

La Provvidenza mi ha permesso di comprendere che non è necessario partire per terre lontane se si desidera cogliere l’invito di Gesù a lavorare nella Sua Vigna: anche qui, in Italia, a Bergamo come a Tortona e a Verona, ma in qualunque altra località della nostra Penisola, vi sono Tesori che aspettano una parola di conforto, occhi che scrutano il cuore e mani pronte al lavoro per operare e diffondere il Vangelo concretamente.

Non vorrei stancare molto i lettori, ma ai giovani e alle giovani di oggi posso solo “gridare” che è meraviglioso non avere paura a donare se stessi a Gesù: Lui ci attende sempre e possiamo abbracciarLo nelle membra doloranti e sofferenti dell’umanità, ricevendo una gioia e una pace interiori grandi.

Con affetto e stima.

Vera A. Bonaita